METRO-POLIS ‹‹IMMAGINI DI UNA STORIA››

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‹‹Metro-Polis è nata il 22 gennaio 2013… alle 20,30 circa››

Così l’immaginario ‹‹estratto del certificato di nascita›› della nostra Associazione.

In quella data abbiamo firmato l’Atto Costitutivo. Bastavano cinque persone, ci dicevano i documenti-guida per fondare le associazioni. Noi invece ne abbiamo volute tante di più. Tante persone a cui teniamo, che volevamo coinvolgere nel nostro cammino. Volevamo trasformare un atto burocratico in una festa.

22 gennaio 2013. Si concretizzava un progetto, un ‹‹sogno››.

22 gennaio 2013 era l’inizio, ma anche una tappa di un percorso.

E allora per scrivere la storia di Metro-Polis vogliamo rievocare come siamo arrivati a quel momento.

E le Immagini si incrociano, si sovrappongono…

E lo ricordo come un percorso ‹‹gioioso››.

È il percorso di persone diverse che si incontrano, di persone che sono stanche, veramente stanche, di lamentarsi dello squallore che ci circonda, di persone che intendono costruire.

È il percorso di fili che si legano,

Di persone, esperienze, diversità che si incontrano

Intanto mi presento perché è importante il punto di vista con cui una storia viene raccontata e quindi devo rivelare la mia identità. Sono Rosalba, una delle ‹‹Tre Madri››. All’epoca in cui inizia la nostra storia vivevo gli ultimi mesi nella scuola; era per me, quindi, una di quelle grandi fasi di passaggio della vita: dall’insegnamento, una delle grandi passioni della mia vita, alla pensione…

Eppure era in me una rinnovata energia… Uscivo dopo tanti anni dalla scuola e scoprivo un mondo! Fino a quel momento per me IL mondo era stato la scuola! Potrei anche parlare dei transiti di Urano… ma no, questa non è la mia storia, bensì quella di Metro-Polis!

 

LA PRIMA IMMAGINE

È quella di un tavolino alla Linea… Era primavera? Facciamo così, una giornata di primavera un po’ freddina…

Vedo attorno a quel tavolino tre persone: due giovani, Mattia, studente di filosofia, Beatrice da poco laureata in filosofia e proiettata verso il dottorato, ed io. Siamo animati da un forte desiderio di impegno, ne sentiamo la necessità… e siamo anche stanchi solo di lamentarci, di blaterare contro ignoranza e ingiustizia che stanno incupendo la nostra società. Magari ci siamo detti più o meno: “Ma noi cosa possiamo concretamente fare?” “In questa realtà, forse, come diceva Voltaire, è possibile solo coltivare il proprio giardino” E, forse, abbiamo collegato questa immagine a quella di Calvino del fare ‹‹crescere›› quello che non appartiene all’inferno… Quindi individuare, difendere, far crescere le idee, le esperienze, i valori per cui vale ancora la pena lottare. Bisogno di impegno. Impegno in un partito? Ce lo chiediamo… non lo escludiamo a priori, ma non ci soddisfa. Non ci sembrava in quel momento che fosse quello che volevamo… Volevamo piuttosto, in un’epoca che sentivamo così pesante e volgare, ‹‹Impegno con leggerezza››. “E fondare un’associazione culturale con intento civile?” “Impossibile. Come si fonda un’associazione? Deve essere una cosa difficilissima. Cosa ne sappiamo di burocrazia?” “Invece ho sentito che non è così… a scuola… la mia collega di diritto…” Ci affascinava l’idea di riprendere ed ampliare l’esperienza che avevamo fatto con ‹‹gli aperitivi›› a casa mia, iniziati quasi per caso con la campagna elettorale di Francesco, poi proseguiti con la presentazione del libro su Habermas di Bea, e con il romanzo pubblicato da un mio ex-alunno… Queste esperienze ci avevano evidenziato la gioia del condividere, tra una risata e un pasticcino, tutti avevamo qualcosa da dire, ognuno portava il proprio contributo. Già parlavamo di ‹‹Ponte tra generazioni››, già comprendevamo l’importanza del dare voce a tutti. Incontrarsi, confrontarsi, crescere.

La modalità degli aperitivi, appunto. Esperienza da riprendere, da ampliare. ‹‹L’impegno con leggerezza da realizzare››.

E immediatamente si è associato lo slogan ‹‹Il divertimento è una cosa seria››… da Calvino al tavolino della Linea.

E mi pare adesso che nelle lunghe fasi in cui abbiamo ‹‹sognato›› Metro-Polis, tante parole, tante espressioni chiave, siano sorte spontaneamente, emerse quasi per caso eppure erano tutt’altro che casuali.

Lo stesso nome Metro-Polis. Non c’è stata una ricerca, uno sforzo…

Abbiamo cominciato a chiamarla così in modo direi naturale… polis… metropolis… Metro-Polis. Abbiamo cominciato a chiamarla così prima di scegliere il nome…

Poi quando ci siamo chiesti “Come la chiamiamo?” il nome era già lì e conteneva quello che volevamo, quello che volevamo esprimere, quello che volevamo comunicare… Polis, valori antichi, i valori della partecipazione, della convivenza civile, del senso di appartenenza ad una comunità… “E oggi?” Oggi nella complessa società contemporanea, la necessità di dare voce ai valori della tolleranza, della politica come attività nobile, e soprattutto la centralità della cultura come bene comune, della cultura da condividere, la cultura come antidoto allo squallore dominante.

 

LA SECONDA IMMAGINE

Un altro tavolino. Un altro luogo… Anche i luoghi parlano, anche i luoghi sono segni in questa storia… Come in tutte le storie…

Non è Piazza Maggiore, ma ancora un luogo bellissimo, la terrazza di un Caffè sospesa su un canale di Bologna. Prima la piazza, poi l’acqua…

È fine estate. Potrei intitolare questo capitolo ‹‹Dalle Tre Madri ai Quattro Moschettieri››.

È qui infatti che abbiamo incontrato Daniela, che ha dato concretezza ai nostri sogni. E la fiducia nel nostro progetto ci veniva proprio dalla persona più ‹‹aerea››, divertente e ironica che sia possibile immaginare…

 

POI… ALTRE IMMAGINI

Tanti ‹‹incontri preliminari››.

Immagini diverse di luoghi: altri tavolini in centro. Il salotto di casa mia.

Ricordo molto bene l’entusiasmo vivace di questa fase, la scoperta di persone straordinarie, piene di idee, di cose fatte o da fare.

Ricordo alcuni momenti. I due incontri con gli amici di Mattia. Ero un po’ agitata. Temevo la differenza di età. Temevo di non sapermi rapportare, di non piacere. Quando mai mi ero posta questi problemi? Sembra strano anche a me. Ma non ero più la Prof con gli alunni. Il mio ruolo cambiava. Certo in classe era diverso tra un urlo e un sorriso, tra il fascino di una lezione di letteratura e una ‹‹tirata morale›› ci si cominciava a conoscere e si faceva insieme un tratto di cammino. Eppure ben presto sono stata catturata dalla ricchezza di questi ragazzi: Irene, Diego, Mauro, che mi presentavano la Biblioteca Vivente o Filippo che mi parlava della scrittura giapponese.

E anche la manifestazione del 2 agosto entra nella nostra storia. La Memoria del 2 agosto è importante per la mia generazione, e ho desiderato quell’anno portare con me questi ragazzi nel corteo, e lì farli incontrare con i miei amici e con le mie amiche.

E Metro-polis andava costruendosi sulla molteplicità e diversità delle persone incontrate: tante di queste persone hanno condiviso e amato il nostro progetto e da quel momento sono diventati parte della nostra storia… diversità di genere, di generazioni, di percorsi di studio e professionali.

Storia di fili che si legano,

Di persone, esperienze, diversità che si incontrano.

 

NUOVE IMMAGINI PER IL FUTURO

Da costruire insieme.

Una storia che cerchiamo di portare avanti, per uscire dalla ‹‹gabbia›› di appartenenze.

Per uscire dal congelamento.

Per costruire insieme.

Una storia aperta.

Un’identità aperta di cui i ‹‹Cinque titoli in dote›› sono l’emblema. I ‹‹Cinque titoli in dote›› mi sembra che rappresentino molto bene lo spirito dell’associazione. Libri, film, poesie, canzoni da portare ‹‹in dote›› all’associazione. Libri, film, poesie, canzoni che meglio ci rappresentano, che comunicano la nostra idea del mondo. Del mondo come lo vorremmo. Per alcuni sarà la questione morale di Berlinguer o Pertini, per altri la spiritualità di Terzani o le lotte di don Ciotti, per altri ancora il contributo di filosofi o letterati. Straordinaria l’intuizione di Mattia di fare proprio dei ‹‹Cinque titoli›› la base per la costruzione del nostro ambizioso Manifesto.

Vorrei dirlo a tutti… Ci sono tante risorse in noi, ognuno ha qualcosa da dire, esperienze da portare ‹‹in dote››.

Metro-polis è un progetto aperto.

Per costruire insieme un Punto di incontro per chi lo ha perso, per chi non l’ha mai avuto, per chi lo cerca.

Vi aspettiamo. Con il contributo di tutti ci saranno da aggiungere Nuove Immagini.

Questa è la storia di Metro-Polis raccontata da Rosalba. Se ne aggiungeranno altre?

Per raccontare, narrare, documentare la stessa storia. Con punti di vista diversi, con modalità diverse.

UN MOSAICO DI STORIE di Metro-Polis. Questo è quello che spero.

Rosalba Granata